Lo strano caso dei libri letti durante il lockdown.

RossellaDecarolis

Rossella Decarolis

11/08/2021

libri

9 marzo 2020

L’Italia entrava in lockdown, gli spostamenti erano sconsigliati salvo motivi di lavoro, necessità o salute. In pratica, tutti a casa. Iniziava l’ormai nota ma all’epoca sconosciuta “Era dello smartworking”.

Prima di quel 9 marzo andavo in ufficio dal lunedì al venerdì, da Bologna a Modena in treno e poi dalla stazione di Modena all’ufficio in autobus o in bici quando il tempo lo permetteva – a pensarci adesso sento una vampata di stanchezza che mi assale -.

Quando mi chiedevano come facessi a viaggiare in treno, “l’auto è più comoda” dicevano, io rispondevo che in treno potevo leggere: in quell’ora complessiva di viaggio tra andata e ritorno leggevo, leggevo e leggevo. Bellissimo.

Lockdown, tutti a casa = più tempo per leggere. Non proprio.

Ricordo che prima di quel 9 marzo stavo leggendo un libro, l’avevo quasi finito, mancava forse un capitolo o due. Non ricordo che libro fosse. Ricordo solo che con il lockdown per qualche settimana ho smesso di leggere.

Il blocco del lettore. Esiste?

Mi avevano tolto un’abitudine, un rituale. – Lo ammetto, sono abbastanza metodica certe volte. – Non riuscivo più a leggere, quella casa piccola sembrava essersi ristretta ancora di più. In cucina lavoravo, cucinavo, mi allenavo, guardavo la tv… non potevo anche leggere.

Così mi imposi di finire quel libro. Un’impresa complicatissima, sudata ma dopo qualche tempo compiuta. Non potevo, io che leggevo così tanto, farmi venire il blocco del lettore.

Che poi, esiste? A quanto pare sì.

Stando al primo rapporto dell’Indagine Cepell-AIE La lettura nei mesi dell’emergenza sanitaria durante il lockdown, gli italiani chiusi in casa hanno letto meno libri di prima, per svariati motivi. Io mi identifico nel 35% che ha ammesso di non aver letto libri perché aveva difficoltà nel trovare in casa un posto tranquillo dove leggere e concentrarsi.

Terminato il libro misterioso, nonostante una libreria ben fornita, ero indecisa in quale lettura tuffarmi. Volevo qualcosa di nuovo.

Con l’era dello smartworking iniziava anche quella degli acquisti compulsivi su Amazon, almeno a casa mia. Così tra un acquisto e l’altro capitai su Cecità di José Saramago, un romanzo che racconta di una improvvisa epidemia che rende cieca un’intera popolazione, o quasi.

Se non lo avete letto, mettetelo tra le cose da fare, magari quando il Covid-19 sarà solo un brutto ricordo.

Scoprire di non essere la sola

Dopo qualche mese scoprì di non essere stata la sola, durante il primo lockdown, ad aver scelto di leggere Cecità, leggendo articoli come questo de La Repubblica, in cui si parlava dei libri più letti in quel periodo.

Oltre a Cecità qualcuno ha scelto di leggere La peste di Albert Camus, un romanzo che come suggerisce il titolo parla dell’esplosione della peste in Francia nel 1940 circa. Sia su Amazon e sia su Ibs, questi due libri hanno scalato qualsiasi classifica.

Ne parla dopo un anno anche Libreriamo, il progetto digitale per chi ama leggere e scrivere, in questo articolo.

E qui la domanda:

Perché durante una pandemia abbiamo letto libri che parlano di quarantene ed epidemie?

Secondo il mio modestissimo e inespertissimo parere da psicologa mancata, in quel periodo fatto di paura, rinunce, mancanze e purtroppo morte, avevamo bisogno di sapere come sarebbe andata a finire, cosa avremmo dovuto fare, prendendo di esempio i personaggi dei romanzi.

Perché nessuno all’inizio sapeva dirci come avremmo dovuto comportarci e delle volte il posto migliore dove rifugiarsi e cercare risposte è nascosto tra le pagine dei libri, tra le righe di un romanzo, nella storia inventata di uno scrittore che in qualche modo un finale lo conosceva già.

Un masochismo innocente e giustificato, forse.

Però un po’ di spensieratezza ce la meritiamo, no?

libri

Chiediamo ad Andrea Piras, nostro personale pusher di libri come affronta la lettura estiva e cosa leggerà quest’estate.

Affronto le mie letture estive in due modi opposti quanto complementari:

  • Leggo qualcosa di veramente impegnativo che faccio fatica a leggere durante il resto dell’anno, qualcosa che tengo lì, pronto per quando si presenta l’occasione giusta.
    Ecco questa è l’occasione giusta e quello che hai sul tuo comodino, sul tuo carrello degli acquisti è esattamente il libro che dovresti leggere.
  • Altre volte preferisco lasciarmi coinvolgere dal dibattito letterario leggendo titoli che stanno facendo “parlare”, penso ad esempio alla saga L’amica geniale di Elena Ferrante (che per la verità non ho ancora letto) o al Figlio del secolo di Antonio Scurati.

Ogni stagione ha i suoi cult ma senza dubbio non si può ignorare che proprio ai primi di luglio viene proclamato il vincitore del Premio Strega e penso che partire da qui ne valga sempre la pena.

E voi, cosa leggerete quest’estate?