Le 10 frasi da non dire a un creativo

Ci sono tante frasi da non pronunciare ad alta voce in un reparto creativo.  Noi ve ne sveliamo 10, tra espressioni nuove e immancabili evergreen.

Krizia Sorsci

Krizia Sorci

21/07/2022

Dieci frasi da non dire ad un creativo

Se c’è un dramma che accomuna tutti i creativi – oltre a non saper spiegare il proprio lavoro a nonni, genitori, amici e conoscenti – è il sentirsi dire ogni giorno delle frasi apparentemente innocenti che, in realtà, gli affliggono profondamente l’anima causandogli danni irreversibili che neanche un percorso psicoterapeutico di 10 anni potrà mai risanare.

Addentriamoci, quindi, nel lato oscuro delle agenzie di comunicazione scoprendo, una ad una, le 10 frasi da non dire a un creativo!

  • “Mi fai il logo più grande?”

    Probabilmente la madre di tutte le richieste, la più comune e, al contempo, la più temuta. Ci hanno provato tutti, da Google Chrome a una non meglio precisata band musicale. A dire cosa? Ovvio: proprio come nella vita, le dimensioni non contano!

 

  • “Tanto ci metti 2 minuti”

    …che in realtà è un lasso temporale imprecisato che può variare dalle 2 ore ai 2 giorni.

 

 

  • “Manca l’effetto WOW”

    Non saprai mai cos’è veramente. Alcuni dubitano perfino della sua esistenza. In realtà è solo molto difficile trovarlo. Un po’ come il Punto G o il Molise.

 

  • “Non c’è ancora il brief, ma intanto portiamoci avanti!”

    E via di creatività con “Lorem ipsum (qualcosa ma non sappiamo ancora cosa) dolor sit amet”.

 

  • “Vorrei qualcosa di più… di meno… dai, hai capito, no?”

    No! I creativi non hanno poteri paranormali tipo Akinator. Apritevi con loro, ditegli di preciso cosa non vi piace così possono cambiarlo senza andare a fari spenti nella notte per vedere se poi è tanto difficile morire.

 

  • “Mi scrivi 2 frasette?”

    Neanche i copywriter sono indenni da questa piaga sociale. Gente che ha studiato filologia romanza, povere stelle appassionate di semantica, fedeli seguaci di Annamaria Testa, rassegnatevi: a un certo punto della vostra carriera, vi verrà chiesto questo compito ingrato. Nel frattempo, potete consolarvi qui!

 

  • “Mi piacciono entrambe: facciamo il testo della 1 e il visual della 2!”

    C’è un motivo per cui si fanno due proposte, ognuna con la sua identità, ognuna con il suo concept. E invece niente, 99 volte su 100 viene fuori un mix agghiacciante che ricorda un cavallo con la testa da scoiattolo.

 

  • “Come si condivide lo schermo?”

    Sono passati 10 anni dall’inizio della pandemia (non è vero, ma questo è il percepito) e ancora c’è chi si perde nei meandri di Meet. La cosa bella è che nessuno lo aiuta e non perché non chieda una mano, anzi: è che lo fa in modalità mute.

 

  • “Queste sono le uniche immagini che abbiamo.”

    E poi ti arriva la foto stretchata e pixellata in 10kb presa da Facebook. Nietzsche diceva che quel che non uccide fortifica. Ma forse non aveva mai ricevuto un logo su word.

Ora, con questo prontuario potete fare due cose: salvare un povero creativo dalla follia totale evitando di pronunciare le suddette formule di tortura arcana oppure mettere il dito nella piaga e punzecchiarlo sadicamente come se non ci fosse un domani. 

A voi la scelta!