Passione RadioAttiva

Silvia Grandi

07/07/2021

Marie

Polonia, fine del 1800, in un’epoca dove le donne non hanno diritto all’istruzione superiore, Marie decide di ribellarsi con caparbità e determinazione; inseguendo i propri sogni e le proprie passioni, emigrando in Francia e abbattendo muri e preconcetti, per far valere le proprie idee. Parliamo di Marja Sklodowska che definire “solo” come l’unica donna che abbia mai vinto un premio Nobel in due diverse aree scientifiche, è abbastanza riduttivo.

“Io sono tra quelli che pensano che la scienza abbia una grande bellezza. Uno scienziato nel suo laboratorio non è solo un tecnico: è anche un bambino posto di fronte a fenomeni naturali che lo impressionano come un racconto di fiabe.” (Marie)

Da tutti conosciuta come Marie Curie, precorre i tempi decidendo, indipendentemente dal suo sesso, di fare della fisica la sua ragione di vita; del laboratorio il suo habitat.

Dei suoi studi che portarono, insieme al marito, alla scoperta del Radio e del Polonio ve ne sono tracce ovunque; ma quello che la contraddistingue davvero sono la caparbietà e la determinazione nel perseguire i suoi obiettivi.

Marie

“La vita non è facile per nessuno di noi. E allora? Noi dobbiamo perseverare e soprattutto avere confidenza in noi stessi. Dobbiamo credere che siamo dotati per qualcosa e che questa cosa deve essere raggiunta.“

Se è vero che tutti possono essere degli innovatori e che questa è un’attitudine che può essere allenata; è altrettanto vero che solo chi difende le proprie idee con tenacia e perseveranza, uscendo dalla sua zona di confort, ce la fa. Marie con questa attitudine ci è nata, e fin dalla giovane età ha dimostrato interesse per gli studi e la voglia di uscire dai confini per saziare il suo bisogno di conoscenza.

Le difficoltà legate a genere e provenienza, che incontra sulla sua strada, non le fanno mollare la presa e nonostante molti attribuiscano la sua popolarità al suo cognome da sposata più che alle sue capacità, è in grado di raggiungere la vetta anche dopo la morte del consorte; dimostrando ancora una volta al mondo che la conoscenza non è legata al sesso di appartenenza ma alla passione e alla caparbietà che ci guidano nel raggiungimento degli obiettivi.

“Non si presta mai attenzione a ciò che è stato fatto; si vede soltanto ciò che resta da fare.”

Essere però vedova, femminista ed anticonformista, alle porte del ventesimo secolo, non è una posizione semplice da sostenere. Soprattutto quando il focus dell’opinione pubblica viene, volutamente e maliziosamente, spostato dal tuo operato che con sacrificio porti avanti, alla tua vita privata. Infatti nel primo decennio del 1900 Marie si trova al centro di una campagna diffamatoria, che punta ad estrometterla dal suo ruolo di docente e ricercatrice, proprio a causa della sua vita privata e del suo nuovo flirt.

“Mi è stato insegnato che la strada per il progresso non è rapida né facile.”

Del perché di questo accanimento contro la sua persona, oltre al fatto che è una donna intelligente, indipendente e sicura di sé e delle sue capacità, non è molto chiaro. Si vocifera che il suo scandalo amoroso, sbattuto su tutti i giornali dell’epoca, fu un escamotage per insabbiare l’Affare Dreyfus e distogliere lo sguardo dagli intrighi politici francesi di quell’epoca, ma questa è un’altra storia.

Sicuro tutta questa ondata di cattiveria e disprezzo nei suoi confronti non è un ostacolo, ma un incentivo a ritirare a testa alta il suo secondo Nobel nel 1911 e a partecipare come unica donna al  V° Congresso Solvay del 1927, al fianco del suo grande amico Einsten.

Marie

“Studiate.. e se non potete prepararvi per il presente della Francia, preparatevi per il futuro.” 

Marie scrive questo alle sue figlie in una delle sue lettere, invitandole a studiare, ad appassionarsi al mondo e a essere curiose, per se stesse e per il futuro della loro Nazione. Ed è lei a seguirle nell’insegnamento, seppur spesso a distanza, cercando di appassionarle alla vita e alla scienza, sostenendole nei loro sogni ed incoraggiando i loro talenti, così che possano essere fiere di se.

Irène, prenderà poi la strada scientifica, perseguendo le sue orme e vincendo a sua volta un Nobel per la fisica.

Eve invece, diventerà giornalista, concertista e direttore della divisione femminile del Commissariato delle informazioni, durante la seconda Guerra Mondiale . Quest’ultima scrive di sua madre:

“Essa non ha saputo essere celebre.”

Della celebrità infatti Marie non sapeva cosa farsene. Ne è testimonianza il fatto che con suo marito non brevetteranno le loro scoperte per poterne trarre ricchezza, ma le lasceranno a disposizione della scienza, affinché l’intera umanità possa trarne beneficio e sperando di aver aperto le porte ad un mondo migliore.

“Niente nella vita va temuto, dev’essere solamente compreso. Ora è tempo di comprendere di più, così possiamo temere di meno.”

 

Marie Curie

(Varsavia, 7 novembre 1867 – Passy, 4 luglio 1934)