
Un po’ di cinema
French kiss è il mio film preferito. In pochi lo conoscono. Ogni volta che lo guardo è come se fosse la prima e credetemi l’ho visto innumerevoli volte. French Kiss è una commedia romantica del 1995 in cui recitano Meg Ryan, Kevin Kline, Timothy Hutton e Jean Reno. La mia scena preferita è quella in cui Luc Teyssier, interpretato da Kevin Kline, e Kate, Meg Ryan, stanno degustando del vino in Provenza e Luc spiega a Kate un modo per apprezzare meglio il vino: le mostra una vecchia scatola di essenze, le fa annusare le boccette e le chiede di assaggiare il vino. Lavanda, cassis, ribes accendono il gusto di Kate e quello che inizialmente era solo un bicchiere di vino diventa un’esperienza sensoriale mai vissuta prima.
Questa lunga intro per dirvi che il senso dell’olfatto mi ha sempre affascinato e incuriosito, sin da piccola, forse proprio grazie – o per colpa – di questo film.
Avete mai fatto caso alla potenza dell’olfatto?
Agisce sul sistema limbico, quella parte del nostro cervello che regola gli stati d’animo, gli appetiti e gli istinti primordiali come la fuga e l’accoppiamento. La nostra memoria emotiva e la nostra memoria a lungo termine immagazzinano profumi e odori che intercorrono nella nostra vita: l’odore dei mobili di legno della casa dei nonni, il profumo di salsedine delle domeniche al mare, l’odore inconfondibile dell’abbraccio della mamma, che anche dopo anni fanno riaffiorare i ricordi senza che noi possiamo prevederlo.
Non memorizziamo soltanto sensazioni e ricordi positivi, registriamo anche odori che ci trasmettono il senso del pericolo, come avviene quando sentiamo odore di gas o di bruciato.
L’olfatto è un senso così importante, eppure a volte sottovalutato. Basti pensare a visori, occhiali 3D, cuffie che hanno intensificato la vista e l’udito. Anche il nostro lavoro si concentra principalmente su questi due sensi: visual colorati, paesaggi mozzafiato, spot radio incisivi, e oggi anche la diffusione di podcast e di quel che viene definito Sound Branding. Ma io punto sull’olfatto come senso del futuro.
Si parla sempre più spesso infatti di Scent Branding, la capacità di un profumo o un odore di stimolare l’intenzione di acquisto e aumentare la soglia di prezzo che si è disposti a pagare per un prodotto.
Il mondo dell’arte, della scienza, dell’Intelligenza Artificiale hanno già cominciato a studiare e “sfruttare” il potere dell’olfatto.
Vediamo qualche esempio e lasciamoci ispirare!
Si parla sempre più spesso infatti di Scent Branding, la capacità di un profumo o un odore di stimolare l’intenzione di acquisto e aumentare la soglia di prezzo che si è disposti a pagare per un prodotto.
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Opere d’arte come non le avete mai…sentite
La esencia de un cuadro. Una exposición olfativa è una mostra olfattiva presente al Museo del Prado di Madrid, in Spagna, fino al 3 luglio 2022. Per il quadro Senso dell’olfatto realizzato tra il 1617 e il 1618 dai pittori fiamminghi Jan Brueghel il Vecchio e Peter Paul Rubens, la mostra mette a disposizione dieci fragranze da annusare: i visitatori potranno sentire l’odore dei fiori, delle piante, degli oggetti e degli animali presenti nell’opera. Non è straordinario?
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Il Naso Artificiale
Grazie al Naso Artificiale creato da un team di ricercatori dell’Università di Tokyo sarà possibile diagnosticare alcune malattie a partire dagli odori. Il Naso Artificiale ha il senso dell’olfatto estremamente sensibile, tant’è che sarà in grado di sentire l’octenol, molecola presente nell’alcool prodotto dai funghi ma anche in minima parte nel fiato dei pazienti malati di cancro. Avete capito bene, grazie al Naso Artificiale sarà possibile diagnosticare la malattia ancor prima che si presentino i primi sintomi.
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I profumi del passato in mostra
Odeuropa è un progetto di studio triennale lanciato nel 2020 che vuole ricreare con il supporto dell’Intelligenza Artificiale profumi, odori e olezzi dell’Europa dal sedicesimo al ventesimo secolo. Come? Attraverso un lavoro d’analisi di riferimenti ai profumi, compiuto per opera dell’Intelligenza Artificiale su libri, documenti e dipinti di quelle epoche. Grazie a questo progetto si vuole fondare una specie di biblioteca olfattiva d’Europa, ricreando gli odori più significativi da poter usare anche nei musei per offrire un’esperienza più coinvolgente. Quanto vi piacerebbe viaggiare nel tempo con l’olfatto?
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Olfatto e realtà virtuale
Sapevate che la Realtà Virtuale può essere anche Olfattiva? La Realtà Virtuale Olfattiva (OVR) è una nuova forma di realtà aumentata che integra anche il senso dell’olfatto. Uno studio effettuato dall’Università del Vermot ha dimostrato la possibilità di affrontare problemi come ansia, dolore, stress e fobie con la Realtà Virtuale Olfattiva: con la stimolazione del sistema olfattivo tramite l’utilizzo dei profumi nella realtà aumentata è stato dimostrato che vi è un miglioramento nei benefici terapeutici dei trattamenti per il dolore cronico, l’ansia e i disturbi dell’umore.
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Che profumo ha lo spazio?
Ultimo interessante spunto, Eau de Space, una fragranza creata nel 2020 in collaborazione con la Nasa che riproduce l’odore dello spazio, basandosi sui ricordi olfattivi degli astronauti. Questo vuol dire che potremmo ricreare l’odore di qualunque cosa? Mi piace credere di sì!
Tante sono le frontiere olfattive ancora da esplorare.
Quale pensi sarà la prossima?
SPOILER ALERT
Se ve lo state chiedendo lo spazio sa di rum e polvere da sparo.