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La diffusione dei servizi di intrattenimento all’interno e all’esterno dei luoghi di acquisto è uno dei fenomeni che ha assunto maggiore visibilità, portando all’introduzione del concetto di Retailtainment. Antonello, quanto è diventato difficile ingaggiare il target fra i 15 e i 30 anni?
È risaputo che gli appartenenti alla generazione Z non sono facilissimi da coinvolgere e men che meno da fidelizzare.
Ingaggiare questo target richiede un lavoro molto attento, una comunicazione mirata, quasi personalizzata, che dia loro continui stimoli, ispirazione, divertimento e perché no, in alcuni casi anche cultura.
Sappiamo che sono molto votati al digitale, di conseguenza utilizzare al meglio questo linguaggio può certamente giocare a nostro favore, ma sappiamo anche che sono molto attenti all’ambiente che li circonda, per questo sviluppare eventi con tematiche ambientali e sociali può catturare la loro attenzione.
I Centri Commerciali sono sempre più dei produttori di contenuti. Arte, cultura, benessere sono concetti su cui ruotano le strategie di marketing. Oggi, in percentuale, quanto è importante investire in eventi di Brand Awareness e quanto in attività puramente commerciali?
Io penso che nella creazione di un piano promo sia necessario un giusto mix che contempli contenuti culturali e momenti di vera e propria gratificazione del Cliente.
Considero molto importante la creazione di eventi volti alle nuove tendenze legate all’ambiente, alla sostenibilità e anche all’interazione con il territorio.
Tutto questo contribuisce decisamente non solo ad aumentare la Brand Awareness del Centro, ma anche la Brand Reputation, elementi questi che aiutano la fidelizzazione del Cliente se non addirittura l’identificazione del Cliente rispetto alla nostra struttura.
Qualche anno fa, ha realizzato un evento molto particolare che ha avvicinato centinaia di giovani fra i 12 e i 20 anni: Hip Hop School. Un cd con 10 brani fatto dai giovani per i giovani in collaborazione con i rapper G-Max dei Flaminio Maphia e Mondo Marcio. Pubblicare un progetto editoriale del genere che risultati può portare a un Centro Commerciale in termini di Brand Reputation?
Devo dire che Hip Pop School è stato un progetto che mi ha dato davvero una grande soddisfazione. Non nascondo che ha richiesto a tutti gli attori coinvolti un grande impegno in termini di organizzazione e di comunicazione, proprio per coinvolgere un target non proprio facile da raggiungere.
Un ruolo importante nell’engagement del target di riferimento lo ha svolto il testimonial e in tal senso aver avuto un ambasciatore come Mondo Marcio nel quale molti giovani si identificavano e si ispiravano, ci ha aiutato parecchio.
Il fatto che le basi musicali sulle quali i partecipanti hanno realizzato le proprie canzoni fossero state realizzate da esperti del settore tra cui il rapper G-Max, ha ulteriormente reso appetibile l’iniziativa agli occhi dei giovani rapper che finalmente avevano la possibilità di usufruire di un’opportunità unica per mettersi in luce.
Tutto questo ha contribuito a diffondere l’iniziativa anche al di fuori della Lombardia con partecipanti che arrivavano dalla Liguria, dall’Emilia Romagna, dal Piemonte, producendo alla fine oltre 1.200 brani che hanno partecipato alla selezione e un vincitore il cui videoclip, registrato all’interno del Centro Commerciale, ha raggiunto più di 4.350 visualizzazioni sulla piattaforma Youtube.